Intervista a Silvia Federici
Rendiamo qui disponibile, in traduzione, una breve intervista a Silvia Federici, pubblicata di recente in spagnolo, e incentrata sulla sua opera più conosciuta Caliban and the Witch (2004), a sua volta rielaborazione del più vecchio Il Grande Calibano (1984), scritto in italiano con Leopoldina Fortunati. [...]
Ci
proponiamo di rendere presto disponibile su questo blog Il
Grande Calibano,
ed è precisamente a scopo propedeutico che pubblichiamo questa
intervista. Ciò corrisponde alla nostra volontà di sviluppare,
sulla lunga distanza, un discorso articolato sui temi della
riproduzione (dei rapporti sociali capitalistici), del femminismo e
del genere. La continua e inesausta messa a fuoco della definizione
del capitale – come rapporto sociale, come totalità e come
contraddizione in processo – non può prescindere dalla
comprensione di ciò che sono il valore e il plusvalore (la
contraddizione proletariato-capitale), ma non si può più pensare
che sia sufficiente fermarsi là. Il
fatto è che qualcosa di non tematizzato, perfino di rimosso, di non
immediatamente
riconducibile al plusvalore, ma che riguarda nondimeno le sue
condizioni
di esistenza,
ne cade fuori; e l'emersione del femminismo radicale degli anni '70
ne è stata precisamente l'illuminazione: un lampo nella notte.
Tutto ciò fu interpretato allora da marxisti e non marxisti –
anche dai più lucidi – come una deviazione modernista, preludio al
post-modernismo ideologico degli anni '80 e '90: come un ostacolo in
più, insomma, sulla strada lunga e dura dell'unità di classe e
della rivoluzione proletaria. È tempo di ammetterlo: fu un errore. [Tratto dall'introduzione redazionale]