Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

venerdì 19 aprile 2013

Tale Quale (terza puntata)

«Théorie Communiste»

La congiuntura è prima di tutto un cambiamento di temporalità, un'uscita dal ripetitivo, la porta stretta, presto richiusa, dalla quale può arrivare un altro mondo. La congiuntura è la pratica cosciente del fatto che questo si gioca nell'attuale, è tanto l'eredità del passato che la costruzione del futuro: essa è un presente, il momento dell'“al presente”.


lunedì 15 aprile 2013

Tale Quale (seconda puntata)

«Théorie Communiste»

Ciò che, da un lato, per “quelli che stanno in alto”, è l'impossibilità di continuare a sfruttare e a governare come prima, dall'altro lato, per la classe sfruttata, per “quelli che stanno in basso”, nella loro infinita diversità, è la rimessa in questione della propria esistenza di classe dentro questa impossibilità di vivere come prima. Nella sua contraddizione al capitale, è la propria esistenza come classe che quest'ultima si trova ad affrontare, è la propria lotta necessaria in quanto classe a diventare una contraddizione per se stessa. Dal lato del proletariato, con la scomparsa dell'identità operaia, la situazione comune agli sfruttati non è più nient'altro che la loro separazione. La tensione all'unità esiste nello scontro con le separazioni; ma allora essa è identica alla produzione dell'appartenenza di classe come una costrizione esteriore. La crisi attuale è una crisi del rapporto salariale, tanto come capacità di valorizzazione del capitale, quanto come capacità di riproduzione della classe operaia in quanto tale.