R. F.
«[...] Ma perché mai
l'uscita in Francia di Le
ménage à trois de la lutte des classes,
ha suscitato una reazione tanto scomposta e febbrile da parte del
nostro ineffabile recensore, al punto di condurlo a squalificarne
grossolanamente il contenuto ancor prima di averlo letto, e ancor
prima che esso sia stato pubblicato in Italia? Oltre a probabili
rancori personali e all'immancabile spirito di bottega, credo in
effetti che DE abbia subodorato che le tesi contenute nel libro
rappresentano in
qualche modo una
minaccia per il proprio orticello,
proprio perché
esponente di quella (nutrita) schiera di compagnucci che –
riprendendo una formula che ricorre a più riprese in Le
ménage à trois…
– prende le lucciole dell'interclassismo per le lanterne della
rivoluzione comunista. Ebbene, uno degli intenti del libro era
proprio quello di mettere alle strette tutti coloro che vaneggiano di
inesistenti rivoluzioni, ogniqualvolta vedono una piazza piena o un
po' di gente che si dimena (meglio se di esotica provenienza, meglio
ancora se armata), senza mai prendersi la briga di grattare sotto la
superficie e indagare le realtà sociali e di classe che vi si
celano. [...]»
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