Jason E. Smith
«[...] Queste tendenze verso la disoccupazione e la sottoccupazione, rispetto ai lavoratori bianchi, così come la più generale segmentazione del mercato del lavoro lungo linee razziali – con i lavoratori neri assegnati in modo sproporzionato alle occupazioni nei servizi a basso salario – creano a volte fratture insormontabili all'interno della classe lavoratrice, poiché i lavoratori sono divisi per settori, luoghi di lavoro, competenze, e così via. Queste divisioni, e la tendenza generale alla frammentazione e alla divergenza descritta sopra, rendono particolarmente difficile organizzare i lavoratori nelle potenti organizzazioni tipiche del periodo della rapida industrializzazione degli Stati Uniti (un fenomeno, ripetiamo, legato ad un contesto di depressione economica e guerra globale). Soprattutto, rendono possibile, e persino incoraggiano i lavoratori bianchi a differenziarsi dalle loro controparti nere, con le quali per altri versi spesso condividono molto. I lavoratori bianchi si trovano spesso contrapposti ai lavoratori neri dal mercato del lavoro, anche e soprattutto quando sono costretti a competere per specifici tipi di impiego nel settore dei servizi. Il razzismo anti-nero è una costante della vita americana. Ma è innegabile che il razzismo particolarmente virulento degli ultimi trent’anni, incluso quello aperto e molto finemente articolato degli ex-liberals della classe dominante (si pensi al ruolo giocato dalla retorica sui «super-criminali» nel Partito Democratico degli anni '90) trovi le sue radici in queste trasformazioni strutturali.»