Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

martedì 26 settembre 2017

Il ménage à trois della lotta di classe (I episodio)

Lucciole e lanterne

B. A. e R. F.

   Diamo qui inizio a un nuovo «feuilleton», dedicato alla classe media nella lotta di classe. La classe media è l'oggetto di una sovrabbondante produzione nell'ambito della letteratura politica e sociologica borghese, ma è ampiamente trascurata dalla teoria comunista attuale. Cercheremo di rimediarvi. Dato che la questione è proteiforme, ci limiteremo al campo della classe media salariata (CMS) nel capitalismo odierno. Le sue lotte sono numerose, talvolta spettacolari e violente, e scoppiano ovunque nel mondo. Ma non è questa la ragione principale per cui pensiamo sia necessario affrontare la questione. La nostra preoccupazione centrale non è in effetti la quantità, ma la natura di queste lotte e il loro rapporto con quelle del proletariato. In definitiva, dalle numerose analisi parziali che dovremo sviluppare, speriamo di trarre una visione d'insieme del problema della CMS nel contesto di una rivoluzione comunizzatrice. I risultati ai quali perverremo devono essere considerati come provvisori e aperti alla discussione.
   In un primo tempo, cercheremo di definire il campo e l'oggetto delle nostre investigazioni (episodio 1), di porre le basi per una teoria della classe media (episodio 2), e di servirci di questi risultati per analizzare il caso del movimento francese del 2016 contro la riforma El Khomri (episodio 3). Bisognerà poi allargare le nostre ricerche alla questione dell'interclassismo e agli altri paesi.

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mercoledì 13 settembre 2017

Foto dal finestrino

Il Lato Cattivo 

   Nel corso dei quattro incontri dedicati alla presentazione del secondo numero de «Il Lato Cattivo», abbiamo tentato di delineare a larghi tratti i contenuti della rivista, nonché l'orientamento generale da cui questi discendono, nel modo il più possibile sintetico e adeguato all'esposizione orale. La forma stessa dell'incontro pubblico ha imposto un lavoro di scrematura sui materiali di partenza; ne è risultato un digest sicuramente schematico e alquanto impoverito: per dire tutto ciò che avremmo voluto, sarebbe occorso un giorno intero; e per dirlo nella maniera più soddisfacente, avremmo dovuto ricorrere ancora una volta alla parola scritta, che avrà pur tanti difetti, ma permette un margine di riflessione e una ricerca della giusta formulazione, che la parola parlata non concede. L'esercizio si è rivelato comunque stimolante. Sicuramente lo è stato per chi ha preparato ed esposto, e – si spera – anche per chi ha avuto la pazienza di ascoltare. Ad ogni modo, la traccia iniziale è stata ulteriormente rielaborata tenendo conto, da un lato, delle evoluzioni più recenti avvenute a vari livelli e, dall'altro, degli interventi fatti da alcuni compagni nel corso degli incontri – domande e osservazioni per le quali ci è parso di dover apportare ulteriori chiarimenti e precisazioni, o semplicemente ribadire per iscritto le risposte già date in sede di presentazione. Ciò che segue è quindi un piccolo condensato degli incontri di novembre 2016 (Torino e Milano) e marzo 2017 (Roma e Viterbo), di ciò che vi è stato detto e delle reazioni suscitate. In definitiva, ci auguriamo che risulti fruibile tanto per chi c'era, quanto per chi non c'era.