R.S.
Designare
la rivoluzione come comunizzazione è dire questa cosa abbastanza
banale, che l'abolizione del capitale è l'abolizione di tutte le
classi, compreso il proletariato, e non la sua liberazione, il suo
ergersi a classe dominante che organizza la società secondo i propri
interessi. È dire che l'abolizione dello scambio, della divisione
del lavoro, della merce, della proprietà, dello Stato, delle classi,
non sono delle misure da prendersi dopo la vittoria della
rivoluzione, ma le sole misure attraverso le quali la rivoluzione può
trionfare. È dire, inversamente, che non c'è “periodo di
transizione”. Il proletariato non fa la rivoluzione per instaurare
il comunismo, ma attraverso l'instaurazione del comunismo.
In
questo,
tutte le misure della lotta rivoluzionaria saranno misure di
comunizzazione. Al
di qua,
non vi è che la società attuale. Le sconfitte delle rivoluzioni
tedesca e spagnola ne sono la triste verifica.