Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

lunedì 6 gennaio 2025

In bilico tra storia e post-storia

Postfazione all'antologia Intérêts matériels. Interventions 2017-2022

Il Lato Cattivo 

 «Questa postfazione ci offre l'occasione di ritornare sul contenuto dei testi qui presentati, tanto per prolungarne certe riflessioni che per esplicitarne le implicazioni ad un livello più generale. Il filo rosso che lega questi testi – filo involontario quanto alle intenzioni, ma non meno pregnante a posteriori – è quello della storia e della memoria. Seguiamolo, dunque. Ciò ci permetterà di parlare del periodo attuale parlando del nostro milieu: di illusioni, di tabù e di vicoli ciechi che sono stati anche i nostri, e di cui siamo, in misura maggiore o minore, probabilmente ancora tributari. Intendiamo in tal modo evidenziare alcune divergenze che ci separano dagli altri poli teorici che fanno riferimento al concetto di comunizzazione, e la specificità del nostro posizionamento in seno a questa corrente (supponendo che esista). Ciononostante, non si tratta tanto di criticare altri teorici, siano essi degli individui o dei gruppi, quanto di criticare le nostre insufficienze e le nostre ambiguità.» 

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