Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

sabato 9 gennaio 2016

Califfato e barbarie (prima parte)

Tristan Leoni

[Tratto dal sito francese DDT21 e tradotto a cura della nostra redazione; il testo (prima e seconda parte) grazie ai/alle compagni/e del Centro di documentazione «Porfido» di Torino, è ora disponibile anche in formato cartaceo.]

I giorni del Califfato sono senz'altro contati, ma la domanda rimane: perché funziona? [...] Costruire uno Stato facendo la guerra pressoché a tutte le potenze del pianeta, è un compito tutt'altro che agevole. Ciò che abbiamo descritto è meno un quadro socio-economico dell'IS a un istante t, che lo schizzo di un processo il quale, a grandi linee, si estende dall'estate 2014 all'estate 2015. È durante questo periodo, che un giorno forse sarà ricordato come «l'apogeo» del Califfato – quello della sua massima espansione – che l'IS si lancia nella costruzione di uno Stato, della sua amministrazione, e tenta di rilanciarne l'economia, pur garantendo alla popolazione un livello di vita accettabile.