tag:blogger.com,1999:blog-55286631650149546622024-03-19T13:54:03.577+01:00il lato cattivo<b>– elementi di teoria del comunismo –</b><br><br>Il Lato Cattivohttp://www.blogger.com/profile/01480396011060347769noreply@blogger.comBlogger133125tag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-16587723072569526362024-02-27T19:23:00.002+01:002024-02-28T15:33:23.710+01:00Mito dell'eterno antisemitismo e realtà giudeofobe <div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i>Maxime Rodinson (1979) </i><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Quello che i nostri quattro lettori si apprestano a leggere è uno scritto di Maxime Rodinson (1915-2004) apparso originariamente in un volume collettaneo di interventi dedicato a Wael Zuaiter, militante dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ucciso a Roma il 16 ottobre 1972 da agenti del Mossad. Una versione rimaneggiata del testo apparve nella raccolta di saggi in francese del medesimo autore, <i>Peuple juif ou problème juif?</i> (Maspero, Parigi 1981). Lo proponiamo come un contributo, modesto ma ancora attuale, alla battaglia teorica e ideologica che ruota intorno al conflitto israelo-palestinese: non solo sul piano immediato della critica alla nozione antistorica di antisemitismo che i cani da guardia di Israele tentano di imporre; ma anche in vista di un ripensamento più generale della <i>questione ebraica</i> (marxisticamente intesa) e, soprattutto, della sua <i>persistenza</i> – poiché la creazione dello Stato di Israele, come risulta sempre più evidente, non vi ha posto fine. Se vi sarà tempo e modo, ritorneremo sull'argomento. <i>En attendant</i>, speriamo che questo scritto valga egualmente come un invito a leggere (o rileggere) un grande autore della seconda metà del XX secolo; un «socialista della cattedra», se si vuole, ma i cui classici dimenticati – principalmente <i>Islam e capitalismo</i> (Einaudi, Torino 1968) e <i>Maometto</i> (Einaudi, Torino 1972) – restano, malgrado il tempo trascorso, ancora una spanna sopra a quel che la scienza borghese ha da offrire in materia. Strumenti utili per ritrovare la profondità geo-storica di cui abbiamo così disperatamente bisogno.
</span></div><p><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/m5skqnx56kgvnewu4vwy9/Rodinson.pdf?rlkey=j05x5apji8z60gh0od3wf4krw&dl=0">Visualizza pdf »</a></span><br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-81011929327857769012023-10-17T11:43:00.006+02:002024-01-24T22:02:52.609+01:00Il punto d’esplosione delle contraddizioni israeliane<p><b>Dieci tesi sugli sconvolgimenti in corso in Medio Oriente </b></p><p><i>Il Lato Cattivo </i></p><p style="text-align: justify;">«L'offensiva lanciata da Hamas sul territorio israeliano il 7 ottobre 2023 e le sue conseguenze immediate rappresentano a nostro avviso, fin d’ora, una svolta di primaria importanza nelle evoluzioni economiche, politiche e militari del Medio Oriente. Non scriviamo queste parole a cuor leggero, con indifferenza nei confronti della sofferenza delle vittime e dei loro cari o, peggio, con simpatia per l'impiego indiscriminato della violenza contro i civili. Semplicemente, riteniamo che l'analisi degli eventi debba necessariamente fare astrazione da questi aspetti per apprezzarne correttamente il significato. Non è possibile privilegiare un'interpretazione strettamente locale degli avvenimenti a discapito di quella internazionale, o viceversa. È necessario perseguirle entrambe. Questo pugno di tesi non sono che un primo tentativo.» </p><p><a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/tw99blfojdllb1islosxu/ILC-Punto-d-esplosione.pdf?rlkey=7y1x4f2fmfnfrgtbzr1dc13op&dl=0">Visualizza pdf »<br /></a></p><p><a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/axnudcfoxdmgntrjlmm0q/ILC-Le-point-d-explosion.pdf?rlkey=qk8mxjzjdy81wsooydzoo64cc&dl=0">Version française »</a> <a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/0qciqoz91fqhbmf051pe6/Il-punto-d-esplosione-English.pdf?rlkey=nosvnmwba1441mq58jvei7kb3&dl=0">English version »</a> <span style="font-family: inherit;"><span class="Y2IQFc" lang="el"><a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/khz2by5uap520b4uu82jx/Il-punto-d-esplosione-greco.pdf?rlkey=oxjyi8av3ul79idieip7gu99r&dl=0">Ελληνική έκδοση »</a> </span></span><span style="font-family: inherit;"><span class="Y2IQFc" lang="el"><span class="sel"></span><a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/lmmlzautt3qlp0gb30qry/ILC-el-punto-de-explosi-n-de-las-contradicciones-israel-es-def.pdf?rlkey=but31rhwtchx1m76q776rkn48&dl=0"><span class="sel">Versión en castellano</span> »</a><br /></span></span></p><p><span style="font-family: inherit;"><span class="Y2IQFc" lang="el"> <br /></span></span></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-69188452669519451722023-09-19T15:52:00.001+02:002023-09-19T15:52:55.508+02:00La Rivoluzione Americana (II)<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: inherit;">La George Floyd Rebellion, a distanza di tempo</span></b></div><p style="text-align: justify;"><i>
Jason E. Smith</i> </p><p style="text-align: justify;">«[...] Queste tendenze verso la disoccupazione e la sottoccupazione, rispetto ai lavoratori bianchi, così come la più generale segmentazione del mercato del lavoro lungo linee razziali – con i lavoratori neri assegnati in modo sproporzionato alle occupazioni nei servizi a basso salario – creano a volte fratture insormontabili all'interno della classe lavoratrice, poiché i lavoratori sono divisi per settori, luoghi di lavoro, competenze, e così via. Queste divisioni, e la tendenza generale alla frammentazione e alla divergenza descritta sopra, rendono particolarmente difficile organizzare i lavoratori nelle potenti organizzazioni tipiche del periodo della rapida industrializzazione degli Stati Uniti (un fenomeno, ripetiamo, legato ad un contesto di depressione economica e guerra globale). Soprattutto, rendono possibile, e persino incoraggiano i lavoratori bianchi a differenziarsi dalle loro controparti nere, con le quali per altri versi spesso condividono molto. I lavoratori bianchi si trovano spesso contrapposti ai lavoratori neri dal mercato del lavoro, anche e soprattutto quando sono costretti a competere per specifici tipi di impiego nel settore dei servizi. Il razzismo anti-nero è una costante della vita americana. Ma è innegabile che il razzismo particolarmente virulento degli ultimi trent’anni, incluso quello aperto e molto finemente articolato degli ex-<i>liberals</i> della classe dominante (si pensi al ruolo giocato dalla retorica sui «super-criminali» nel Partito Democratico degli anni '90) trovi le sue radici in queste trasformazioni strutturali.»
</p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/scl/fi/0fn9q43wie8kgannado6u/Smith-la-rivoluzione-americana-II-parte-def.pdf?rlkey=y4zmrpxqxawhptv7484zxjij6&dl=0">Visualizza pdf »</a><br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-42585582195646855212023-06-26T17:45:00.007+02:002023-09-19T15:53:36.851+02:00La Rivoluzione Americana (I)<p style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: inherit;">La George Floyd Rebellion, a distanza di tempo </span></b></p><p style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: inherit;">Jason </span><span style="font-family: inherit;">E. Smith</span></i></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span>«L'articolo che si vuole qui presentare non è nuovo. È vecchio di quasi due anni, ed è già circolato in italiano sotto forma di opuscolo <i>samizdat</i> in qualche decina di esemplari. [...] Lo svolgimento delle elezioni di <i>Midterm</i> di qualche mese fa negli Stati Uniti ci ha incitati a riprendere in mano il testo e ci ha dato l'idea di portarlo alla conoscenza di un lettorato auspicabilmente più ampio. In ragione della sua lunghezza, lo abbiamo diviso due parti, di cui offriamo qui ai lettori la prima. [...] </span><span>Per un verso, al di là dei disaccordi su alcuni aspetti secondari, questo contributo di Jason Smith è uno dei rarissimi testi riguardanti la <i>George Floyd Rebellion</i> di cui abbiamo condiviso, per l'essenziale, la diagnosi sulla natura di classe del movimento, analizzato dall'autore come un'ondata di sommosse proletarie trasformatasi rapidamente in un movimento politico interclassista. </span><span>[...] Per un altro verso, questo testo ci appare – assieme a <i>Il colpo di Stato che non fu tale</i> di Paul Mattick Jr. – indispensabile per comprendere (o almeno cercare di non fraintendere) il periodo che va dallo scoppio della crisi da Covid-19 nel contesto statunitense, agli eventi del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, e ciò che ne è seguito.» (Dalla <i>Nota Introduttiva</i>) </span> </span></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/h2eg0etm3v36zwr/Smith%20-%20la%20rivoluzione%20americana%20I%C2%B0%20parte%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0"><span style="font-family: inherit;"> Visualizza pdf »</span></a></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-34843067952707872582023-03-19T10:59:00.001+01:002023-03-19T10:59:03.414+01:00La Francia al bivio?<div style="text-align: justify;"><b>Considerazioni inattuali sulla riforma delle pensioni </b><br /></div><div style="text-align: justify;"><i> </i></div><div style="text-align: justify;"><i>Il Lato Cattivo</i></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">«In questo testo cercheremo di rispondere alla domanda: «dove va la Francia?», con particolare riferimento al progetto di riforma del sistema pensionistico (adottato lo scorso giovedì 16 marzo facendo ricorso all'articolo 49.3), e al movimento sociale che vi si oppone. Ci preme in particolare dire ciò che le analisi correnti che emanano direttamente dal movimento o dai suoi sostenitori non dicono, proponendo una visione a più ampio raggio. Per questo, prima di entrare nel merito, riteniamo opportuno fornire alcuni elementi di contesto generalmente poco conosciuti e poco discussi, che permettono a nostro avviso una migliore valutazione del significato e della posta in gioco nel conflitto, che vanno ben oltre la semplice questione dell'età pensionabile. [...]» <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/h702fsej62f4wm2/ILC%20-%20La%20Francia%20al%20bivio%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0">Visualizza pdf »</a><br /></div>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-9534893346542681572022-10-27T16:14:00.005+02:002022-10-27T18:02:46.830+02:00L'inflazione, ultimo tentativo di salvataggio dello status quo ? <p><i>R. F. e B. A.</i> </p><p class="western" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">[</span><span style="font-size: small;">Trad it. di<i> Accouchement
difficile – Épisode 4: L’inflation, ultime tentative de
sauvetage du statu quo?,</i></span><span style="font-size: small;"><span lang="zxx"><a class="western" href="http://www.hicsalta-communisation.com/"><span lang="it-IT"> http://www.hicsalta-communisation.com/</span></a></span></span><span style="font-size: small;">,
aprile 2022]</span></span>
</p><p><style type="text/css">p { margin-bottom: 0.21cm; direction: ltr; color: #000000; orphans: 0; widows: 0 }p.western { font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; so-language: it-IT }p.cjk { font-family: "Arial Unicode MS", sans-serif; font-size: 12pt; so-language: zh-CN }p.ctl { font-family: "Arial Unicode MS", sans-serif; font-size: 12pt; so-language: hi-IN }a.cjk:visited { so-language: zh-CN }a.western:link { so-language: zxx }a.ctl:link { so-language: zxx }</style></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;">«Un anno fa (aprile 2021), concludevamo il terzo episodio della nostra serie sulla crisi da Covid con delle proiezioni sui possibili scenari dell'ulteriore sviluppo di quella crisi. Uno di questi scenari era il «ritorno dell'inflazione». [...] Oggi il ritorno dell'inflazione non è più in dubbio, anche se la discussione è aperta sulla sua durata. In questo episodio, si tratterà non solo di analizzarne le cause profonde, ma anche di coglierne le implicazioni, soprattutto dal punto di vista della massiccia devalorizzazione (e della concomitante crisi sociale) che abbiamo prospettato. L’inflazione attuale può condurre a uno scongelamento/aggravamento della crisi, contrariando la traiettoria di uscita dalla recessione? Può essere portatrice di una forte ripresa delle lotte sul posto di lavoro, unico possibile innesco della grande ristrutturazione di cui il capitale sembra oggi così bisognoso? Queste sono le domande a cui cercheremo di rispondere sulla base degli elementi strutturali che, al di là dei fattori più immediati e superficiali, sono all’origine dell'inflazione attuale: la brutale caduta del saggio di profitto e la crisi della perequazione distorta del medesimo.»</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/ya65qgt01ecff0c/R.F.%20e%20B.A.%20-%20l%27inflazione%20%5Bbozza%5D.pdf?dl=0">Versione pdf » </a></span></span></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-71923337380245309922022-09-14T18:16:00.001+02:002022-09-14T18:16:24.118+02:00La Russia, dall'Asia all'Europa (e ritorno?)<p class="western" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><b><span>Introduzione al saggio di David B. Rjazanov, </span><span><i>Karl
Marx e le origini del predominio della Russia in Europa</i></span><span>
(1909)</span></b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i>Il Lato Cattivo </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">«Dallo scorso 24 febbraio, ovvero dal giorno in cui le forze militari russe hanno varcato i confini settentrionali e orientali dell'Ucraina, la retorica dell'Occidente democratico in lotta per la difesa dei propri valori contro la Russia autocratica e perfino «imperialista» (!) è stata promossa al rango di verità ufficiale [...] Lo scopo di quest'introduzione, comunque sia, non è di ristabilire il vero, o meglio il verosimile sulla guerra in corso in Ucraina – ciò che viene e continuerà ad esser fatto da altri – ma di abbozzare una riflessione più generale sulla traiettoria del capitalismo russo.»</span></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/nf37gwaaz5ewiz2/ILC%20-%20la%20Russia%2C%20dall%27Asia%20all%27Europa%20%5Bbozza%5D.pdf?dl=0" target="_blank"><span style="font-family: inherit;">Versione pdf »</span></a></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/swabu7rftmgwdio/David%20Rjazanov.pdf?dl=0">David B. Rjazanov »</a> </span><br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-80892072027749281422022-07-14T14:11:00.006+02:002022-07-14T16:43:50.008+02:00In cammino<p><span style="font-family: inherit;"><i>Il Lato Cattivo</i></span></p><p><i><span style="font-family: inherit;">[Prefazione ad un’antologia di testi de </span></i><span style="font-family: inherit;">Il Lato Cattivo </span><i><span style="font-family: inherit;">di prossima pubblicazione in Grecia]</span></i></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">«Chiariamo fin da subito che quella de <i>Il Lato Cattivo</i>, cominciata una decina d'anni fa, è una storia che riguarda pochi individui: una cerchia ristretta che nei momenti migliori si è potuta contare sulle dita di una mano, e una platea di interlocutori assidui che al massimo riempirebbe l'altra mano. Dal punto di vista aggregativo, per non dire «organizzativo», è dunque una storia di solitudini e di insuccessi, di tentativi non necessariamente infruttuosi, ma sempre estemporanei, di allargare la cerchia oltre gli iniziatori, i quali restano ad oggi i soli superstiti. Ma prima di questo, è la storia di un incontro fra <i>dissidenti</i> di correnti solidificatesi nella sconfitta e nel riflusso delle lotte di classe degli anni 1960/1970 (Autonomia organizzata, anarchismo insurrezionalista etc.), convinti che la crisi del 2008 cambiasse le carte in tavola ed imponesse un distanziamento, tanto teorico quanto pratico, dall'eredità in putrefazione di quel ciclo di lotte, senza con ciò ripiegare su nostalgie o <i>revival</i> di un passato ancor più remoto. Negli ambiti «movimentisti» da cui provenivamo, come in quelli «partitisti» a noi più attigui (marxisti anti-stalinisti), ravvisavamo un attivismo gesticolatorio e una sclerosi teorica – egualmente sterili – con cui in ogni caso bisognava farla finita. Ma come fare? [...]»</span></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/87c2mrqwr5xzv56/ILC%20-%20In%20cammino%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0"><span style="font-family: inherit;">Versione pdf»</span></a></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-75796625303764761152022-04-04T20:01:00.006+02:002022-04-04T20:28:37.741+02:00Moriremo «green»?<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>A proposito di capitalismo verde</b><i> <br /></i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i>Il Lato Cattivo</i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i> </i>«[...] Senza un movimento di consistenti frazioni capitalistiche in direzione della transizione <i>green</i>, le politiche statali saranno sempre insufficienti. Il capitalismo diventerà <i>green</i> solo se e quando ciò risulterà redditizio – o meglio: abbastanza redditizio da suscitare un massiccio movimento di capitali verso le branche della produzione compatibili con questa prospettiva. Una svolta che non è ancora all'ordine del giorno, che non ci eviterà una buona dose di catastrofi, e che in definitiva presuppone – come <i>conditio sine qua non</i> – <i>un proletariato sconfitto e impotente</i>. Allora, e soltanto allora, si vedrebbe di che pasta è fatta la transizione verde. In questo senso, la sua realizzazione potrebbe valere come una sorta di termometro della lotta di classe nelle diverse aree geostoriche. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">«In conclusione, il capitale <i>può «salvare il Pianeta»</i> – ma alla sua maniera e soprattutto alle sue condizioni, cioè invertendo il <i>modus operandi</i> in vigore fino ad oggi: quello consistito nel sacrificare il sostrato fisico-biologico non umano a beneficio del tenore di vita dei salariati. In maniera speculare, nessuna rivoluzione si farà mai per «salvare il Pianeta». È sempre e solo per salvaguardare la propria riproduzione immediata, che i proletari si sollevano contro il capitale. Il paradosso è allora il seguente: tanto il superamento del MPC che la sua riforma <i>green</i> dipendono dalla condotta della classe in seno alla quale la «coscienza ecologica» è meno diffusa – ovvero dalla sua disponibilità o meno ad <i>irlandesizzarsi</i>.»</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/gyu4qd2ala6yois/ILC%20-%20Moriremo%20green%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0">Versione pdf » </a><br /></span></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-13975181177671289732022-01-14T18:41:00.001+01:002022-01-14T20:38:52.517+01:00 La fine del mondo non avrà luogo<p><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><i>Gilles Dauvé</i></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;">«Il catastrofismo, che – come abbiamo visto nell'episodio precedente – a volte può tingersi di marxismo, ha il vento in poppa: un mondo sull'orlo del collasso ci sta travolgendo, è urgente agire... o forse no, se è già troppo tardi. Ma di quale collasso stiamo parlando? [...] Il collasso è un'immagine che colpisce: qualcosa o qualcuno crolla. Ma l'estinzione o la scomparsa di una società, più che coincidere con uno shock o una rottura, avviene dopo un declino generalmente accompagnato da una trasformazione di lungo periodo, che spesso si estende su un arco di diversi secoli, ed è raro che la decomposizione non sia anche una ricomposizione.»<br /></span></span></p><p><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/a8lneiydszulcw4/Dauv%C3%A9%20-%20La%20fine%20del%20mondo%20non%20avr%C3%A0%20luogo.pdf?dl=0">Visualizza pdf »</a></span></span><br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-54187371777727976692021-12-13T21:39:00.003+01:002021-12-13T21:39:54.058+01:00Ecologia... borghese<p style="text-align: justify;"> <i>Gilles Dauvé </i></p><p style="text-align: justify;">«Per quanto una piccola minoranza di dirigenti politici di questo mondo ostenti il proprio scetticismo riguardo ai cambiamenti climatici, la maggior parte di essi pretende di essere ecologista: all’ONU, in Vaticano, a Davos, all’università e nei media, dalla destra – incluse certe tendenze dell’estrema destra – all’estrema sinistra... tutti ecologisti. L’ecologia è parte integrante dell’ideologia dominante del XXI secolo. [...]» </p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/9nba543fk4wiwc6/Dauv%C3%A9%20-%20Ecologia%20borghese%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0">Visualizza pdf »</a></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-72249302338913232021-11-16T21:09:00.002+01:002021-11-16T23:00:46.773+01:00Il fallimento dell'ecologia politica<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><i>Gilles Dauvé</i><br /><br /> «La socialdemocrazia è morta, o è molto malata, perché ha rinunciato a difendere il lavoro (il "popolo minuto", i poveri, quelli che stanno "in basso") e accettato, <i>in toto</i> o in (gran) parte, il programma apertamente borghese. La contraddizione dell’ecosocialismo è di voler superare questo fallimento (che, dal punto di vista della classe dominante e dei suoi portavoce, <i>è un successo</i>) promettendo profonde trasformazioni in senso ecologico che sono ancora più inaccessibili delle riforme, ancorché modeste, che le diverse "sinistre della sinistra" non sono riuscite ad imporre negli ultimi venti o trent’anni.» <br /></span></span></div><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><br /><a href="https://www.dropbox.com/s/41n2s4yjkdu661j/Dauv%C3%A9%20-%20Il%20fallimento%20dell%27ecologia%20politica.pdf?dl=0">Visualizza pdf »</a></span></span>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-19225003192579988392021-10-20T19:39:00.001+02:002021-10-20T19:39:14.221+02:00Il capitalismo non sarà mai ecologico<p><i> Gilles Dauvé</i><br /></p><div style="text-align: justify;"> «All’interno del discorso politico contemporaneo, l’ecologia è diventata ormai onnipresente: transizione energetica, capitalismo verde, riformismo ecoresponsabile… Ma se in fondo nulla cambia, se i piccoli progressi compiuti ritardano appena il montare dei pericoli, è perché l’incompatibilità tra ecologia e capitalismo non dipende dalla miopia dei suoi dirigenti: più semplicemente, essa è intrinseca alla natura stessa di questo sistema»
</div><p><a href="https://www.dropbox.com/s/ybow69yof5j4840/Dauv%C3%A9%20-%20il%20capitalismo%20non%20sar%C3%A0%20mai%20ecologico%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0">Versione pdf »</a><br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-16838795522899419532021-09-10T22:46:00.000+02:002021-09-10T22:47:24.138+02:00Legge economica e lotta di classe<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>I limiti dell'economia di Mattick </b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i>Ron Rothbart (1980) </i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">«[...] Oggi, contrariamente alla sua vecchia declinazione nelle teorizzazioni di Grossman e Mattick, l'oggettivismo non integra più la lotta di classe <i>post-festum</i>, una volta dimostrata l’ineluttabilità della caduta tendenziale del saggio di profitto fino al «crollo» finale, ma, nel migliore dei casi, tende a farne un semplice rumore di fondo, qualcosa che inevitabilmente accompagna il corso dell’accumulazione, senza mai giocare un ruolo dinamico o decisivo nella genesi delle sue ristrutturazioni, o del suo possibile superamento. E così arriviamo al paradosso di certo post-classismo contemporaneo: <i>exit</i> la lotta di classe, entri pure la presa di coscienza di quanto è brutto e cattivo il capitalismo ad uso e consumo delle «individualità critiche». Ovvero: la meccanica puramente oggettiva del capitale «soggetto automatico» a spasso, mano nella mano, con l'indeterminatezza del puro libero arbitrio. Due assurdità al prezzo di una. Se il 2021 sarà veramente, come ha scritto qualcuno, <i>un 1979 al contrario</i>, sarà tale anche nel fare piazza pulita di simili derive. Lasciamo ai duri di comprendonio un enigma su cui potranno spaccarsi le meningi: <i>determinismo non è oggettivismo</i>.» [Dall'Introduzione redazionale]. </span></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/ccxmvb59wqu8p3n/Rothbart%20-%20Legge%20economica%20e%20lotta%20di%20classe%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0"><span style="font-family: inherit;">Visualizza pdf »</span></a></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-20426337381520542432021-06-21T17:49:00.012+02:002021-06-25T15:05:42.343+02:00La Comune di Parigi<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>Qualche lezione da un'insurrezione passata per un'insurrezione futura </b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i> François Martin (1970)</i> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> «[...] Non può esservi società senza classi, finché non siano scomparse le condizioni d'esistenza delle classi. Ed è proprio a queste condizioni che il proletariato parigino è stato incapace di sferrare un colpo decisivo. Attaccare Versailles non è soltanto un'operazione militare. Attaccare Versailles, significa in realtà attaccare le banche, le industrie, la grande proprietà terriera, ma anche la piccola proprietà terriera, il piccolo commercio, la piccola industria, l'artigianato, fino alla moltitudine di piccoli produttori di merci che costituiscono ancora una parte rilevante della produzione sociale e che ricreano in permanenza le condizioni stesse dello scambio mercantile, quindi del capitalismo. La frazione più radicale della classe operaia non poteva assumere come compiti pratici immediati delle misure radicalmente comuniste, quando una parte non trascurabile degli insorti, del popolo di Parigi, era composta precisamente da artigiani, da piccoli produttori seguaci di Proudhon, e non da proletari comunisti [...]»
</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/3qaacmh0uwp0e65/Martin%20-%20la%20Comune%20di%20Parigi%20%5Bbozza%5D.pdf?dl=0">Visualizza pdf »</a></span></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-90572272120805113212021-05-23T11:08:00.003+02:002021-05-23T11:08:33.566+02:00...e non avete ancora visto niente!<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>Nota semiseria su « Great Reset » e dintorni </b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i> </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><i>Il Lato Cattivo</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span><i> <br /></i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">
Si è fatto un gran parlare, anche in ambienti a noi contigui, del presunto progetto di «<i>Great Reset</i>» (grande riaggiustamento), che facendo strumentalmente leva sulla pandemia da Covid-19, mirerebbe a una profonda riconfigurazione dell’economia mondiale. Come è ormai noto, <i>The Great Reset</i> è anche il titolo di un libro di Klaus Schwab e Thierry Malleret, considerato da alcuni come una conferma dell'esistenza del suddetto progetto. Cosicché siamo andati a vedere cosa c'è nel libro, convinti di trovarvi sostanziose indicazioni, ancorché <i>business friendly</i>, sulla ristrutturazione possibile del modo di produzione capitalistico (MPC). Abbiamo allargato le nostre ricerche ad altri testi della stessa risma. Risultato: una grande delusione. Pubblicazioni come quella di Schwab e Malleret testimoniano della situazione di stallo delle frazioni attualmente dominanti della classe capitalista, più che della loro dinamicità. Farne un manuale della ristrutturazione ad uso del grande capitale, non solo è far troppo onore a suoi autori; è soprattutto non comprendere cosa spinga il MPC a rivoluzionare se stesso.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/9dfh2lw8293q46r/ILC%20-%20e%20non%20avete%20ancora%20visto%20niente%20%5Bbozza%5D.pdf?dl=0">Visualizza pdf »</a> <br /></span></div>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-67749669249097428752021-04-02T18:50:00.005+02:002021-04-02T19:05:40.381+02:00Il valore come forma sociale dei mezzi di produzione<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: inherit;"><i>Bruno Astarian</i><br /><br />[Presentiamo qui, in traduzione italiana, il capitolo centrale del libro di Bruno Astarian, <i>L'abolition de la valeur</i>, Éditions Entremonde, Ginevra 2017] <br /><br /> «Dopo avere esaminato il pensiero di Marx in merito al valore e alla sua abolizione, e dopo avere visto quali problemi esso pone, possiamo ora presentare il nostro modo di affrontare la questione. Anch’esso è storicamente determinato. Poiché cerchiamo di comprendere il modo di produzione capitalistico dal punto di vista del suo superamento, il nostro sguardo sulla società capitalistica è determinato dalle forme attuali della lotta delle classi, allo stesso modo che per Marx in relazione alla sua epoca. [...] Da parte nostra, consideriamo che le lotte più significative della nostra epoca siano le rivolte anti-lavoro degli operai presi nel contesto della crisi del fordismo. [...] Le lotte della fase attuale (a partire dal post-‘68) annunciano che il superamento del capitale non si realizzerà attraverso l’affermazione della classe del lavoro come nuova classe dirigente, ma con l’abolizione simultanea delle due classi e la completa trasformazione dei rapporti tra gli uomini e tra questi e la natura. Questa prospettiva permette e impone di riconsiderare in profondità la problematica del valore e della sua abolizione. È questo l’oggetto del presente saggio.» <br /><a href="https://www.dropbox.com/s/lzn3lbzgtio6a2n/Astarian%20-%20Capitolo%20IV%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0"><br />Versione pdf »</a></span></span></div>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-21588520910281488022021-03-01T17:42:00.015+01:002021-04-02T18:54:01.058+02:00Ideologia e pratica delle Brigate Rosse<div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"> <span style="font-family: inherit;"><i>Mauro Guatelli (1981)</i><br /><br /> «La storia di parte degli anni 1960-'70 fa ancora scorrere molto inchiostro. Questo fatto non sarebbe in sé deprecabile, se non fosse che l'apologetica e l'<i>amarcord</i> la fanno ancora troppo spesso da padrone. La critica, da parte sua, si è fatta strada <i>nelle cose stesse</i>, e più precisamente nei processi storici che hanno implacabilmente sfrondato, uno dopo l’altro, tutti i rami di quel tronco comune. Questo è l'essenziale, il resto è dettaglio. Ma anche i dettagli contano (almeno un poco) e, in questo senso, non sarebbe male se la critica storica di tutto un ciclo di lotte, tendenze lottarmatiste incluse, fosse assunta soggettivamente con maggiore drasticità – senza di che si finisce con lo sputare sentenze sommarie (siano esse di assoluzione o di condanna) sulle espressioni politiche del ciclo di lotte 1917-‘36, mentre si prendono per oro colato quelle del ciclo successivo. E soprattutto si prende per oro colato ciò che ne hanno detto o ne dicono gli ex-protagonisti. La nostra epoca (dall'inizio degli anni 1980 in avanti) ha instaurato una fede ingenua nelle virtù dell'esperienza e della parola soggettive, che è equiparabile a una nuova religione. Il bersaglio ideologico è stato fin da subito evidente. Quale «visione del mondo», più di quella marxiana, aveva dissociato ciò che gli individui fanno da ciò che <i>dicono o credono di fare</i>? </span><span style="font-family: inherit;">[...]<span style="font-family: Garamond, serif;"> </span></span>Fino a che la storia del ciclo di lotte degli anni 1960-’70 non sarà stata affrontata rigorosamente in <i>questi</i> termini, essa resterà (quantomeno per noi) amputata del suo senso profondo.
<span style="font-family: inherit;"><style type="text/css">p { margin-bottom: 0.21cm; direction: ltr; color: #000000; orphans: 0; widows: 0 }p.western { font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; so-language: it-IT }p.cjk { font-family: "SimSun", "宋体"; font-size: 12pt; so-language: zh-CN }p.ctl { font-family: "Lucida Sans", sans-serif; font-size: 12pt; so-language: hi-IN }</style> [<i>Dalla nota redazionale</i>]<br /><a href="https://www.dropbox.com/s/qoxv17unb2q15i1/Guatelli%20-%20ideologia%20e%20pratica%20delle%20BR%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0"><br />Versione pdf »</a><span style="font-size: xx-small;"><i> </i></span></span></div> Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-39891411100902845312021-02-07T13:36:00.014+01:002021-06-25T15:07:41.384+02:00Ancora su Covid-19 e oltre<p><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><b>Un aggiornamento</b> </span></span></p><p><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><i>Il Lato Cattivo </i></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><i> </i>
A distanza di dieci mesi dalla pubblicazione di <a href="https://www.dropbox.com/s/3v2447g06m7knp9/ILC%20-%20Covid-19%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0"><i>Covid-19 e oltre</i></a>, è venuta l’ora
di riesaminare sommariamente l'insieme di quelle analisi e ipotesi formulate più
o meno «in presa diretta», per vedere dove avevamo colto nel segno e dove invece
è necessario, alla luce degli ulteriori accadimenti, aggiustare il tiro. In
seconda istanza, procederemo ad isolare <i>alcuni</i> momenti forti di questa <i>prima
fase</i> della crisi mondiale, e ne proporremo un'analisi. [...] non pretendiamo di
restituire in maniera esauriente le evoluzioni intervenute dall'inizio della
crisi da Covid ad oggi. Molte di queste evoluzioni – politica monetaria,
politica sanitaria (vaccini), salto tecnologico etc. – meriterebbero ciascuna
uno svolgimento a parte. Si tratta piuttosto di «fotografie», tasselli parziali
che dovrebbero permettere – se non una comprensione – almeno un'intuizione del
quadro d'insieme.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/vubtsv4m92ejfqo/ILC%20-%20ancora%20su%20Covid-19%20e%20oltre.pdf?dl=0">Versione pdf »</a></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><a href="http://dndf.org/wp-content/uploads/2021/03/ILC-encore-a%CC%80-propos-de-Covid-19.pdf">Version française »</a> </span></span><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://kommunisierung.net/Il-lato-cattivo-Noch-mal-zu-Covid-19-und-daruber-hinaus" target="_blank"><span class="Y2IQFc" lang="de">Deutsche Version»</span></a></span>
</span></span></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-89023975410389518682020-11-18T21:03:00.009+01:002020-11-18T21:06:08.508+01:00Sessanta tesi sulla rivoluzione cinese<p style="text-align: justify;"><i>Cajo Brendel (1967)</i> </p><p style="text-align: justify;"> Cogliamo l'occasione della firma dell'accordo di libero scambio RCEP (<i>Regional Comprehensive Economic Partnership</i>) dello scorso 15 novembre per rendere disponibile un opuscolo di Cajo Brendel (1915-2007) risalente al periodo in cui la sinergia asimmetrica sino-americana e la mondializzazione – oggi entrambe in crisi – non erano che ai primissimi albori. Contributo dunque datato, appartenente ad un'epoca conclusa in cui cui qualsiasi posizionamento autenticamente comunista imponeva immediatamente la presa di distanza dai paesi dei «falsi socialismi» e l'analisi della loro natura sociale. I lettori non mancheranno tuttavia di cogliere i motivi di interesse rintracciabili, in particolare, nella digressione su <i>La diplomazia cosiddetta rivoluzionaria della Cina</i>. Essa ci riporta ad un frangente che fu non solo quello del <i>rapprochement</i> sino-americano, preludio all’integrazione della Cina nel mercato mondiale, ma anche – su scala regionale – quello delle <i>proxy wars</i> russo-cinesi in Cambogia (1978) e Vietnam (1979), prefigurate dalla guerra di liberazione del Bangladesh contro il Pakistan occidentale (1971). Una storia ricca di cui conviene avere qualche nozione per riconoscere i tratti tipicamente <i>dialettici</i> degli sviluppi attuali. Ogni cosa si trasforma nel suo contrario: l'attrazione in repulsione, l'amicizia in ostilità, il punto di forza in limite. Nel movimento a spirale dell'accumulazione, il ciclo storico in cui siamo ancora immersi avanza, e avanzando si ricongiunge – simultaneamente – alle sue origini; ritorna cioè sulle soluzioni (produttive, sociali, politiche e geostrategiche) apportate ai problemi del ciclo storico precedente, trasformatesi nel frattempo in altrettanti problemi bisognosi di nuove soluzioni, in vista della perpetuazione dei rapporti sociali capitalistici. Queste ultime, se arriveranno, usciranno non dalla realizzazione di un piano preordinato ma – come sempre – da esperimenti molteplici in molteplici direzioni. Non c'è adagio migliore per le frazioni dinamiche della classe capitalista che quello di Samuel Beckett: tentare, fallire, fallire ancora, fallire meglio. Il <i>bricolage</i> planetario è già cominciato. [<i>Il Lato Cattivo</i>]<br /></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.dropbox.com/s/xdev87d3qvo90s5/Brendel%20-%20sessanta%20tesi%20sulla%20rivoluzione%20cinese.pdf?dl=0">Visulaizza pdf »</a> <br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-79532293896306485732020-07-06T19:11:00.003+02:002020-07-08T14:18:27.724+02:00Lotte interclassiste: obiettivi ed esiti<span style="font-family: inherit;"><b>Estratti da <i>Le ménage à trois de la lutte des classes</i> </b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><i>Bruno Astarian e Robert Ferro</i>
<i> </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><i>A margine del sostanziale riflusso del movimento sociale negli Stati Uniti, pubblichiamo un altro breve estratto da </i>Le Ménage à trois de la lutte des classes<i>, uscito in Francia nel dicembre 2019, e in fase di traduzione in italiano. Degli Stati Uniti, avremo modo di riparlare in maniera più circostanziata prossimamente. Nel frattempo, per chi volesse procurarsi il volume di cui sopra, ricordiamo che è ormai possibile ordinarlo direttamente sul sito della casa editrice, <a href="https://editionsasymetrie.org/ouvrage/le-menage-a-trois-de-la-lutte-des-classes/">Éditions de l’Asymétrie</a><font size="3"><span style="font-family: inherit;">.
</span></font></i></span><font size="3"><span style="font-family: inherit;">
</span></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="3"><span style="font-family: inherit;">
</span><br /><span style="font-family: inherit;">
</span></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="3"><span style="font-family: inherit;">«[...] In queste condizioni, la lotta
interclassista è necessariamente perdente. Tuttavia il lettore avrà
compreso che non è questa la ragione per cui inscriviamo la lotta
interclassista nel novero delle lotte quotidiane del proletariato. La
ragione è invece che questo tipo di lotta, in ragione delle sue
modalità, non può porre <i>la
questione della rivoluzione comunista</i>
– intesa qui non come problema teorico o politico, ma nel senso
della sua possibilità concreta e immediata. Associandosi a una
classe i cui interessi sono fondamentalmente contraddittori rispetto
ai propri, facendo della forma attuale dello Stato – anziché del
capitale in quanto tale – il suo nemico per eccellenza, il
proletariato impegnato nelle lotte interclassiste non ha alcuna
possibilità di creare le condizioni del superamento del proprio
rapporto contraddittorio con il capitale. Se questo può avvenire, è
solo attraverso una rottura del fronte comune interclassista. Tale
rottura è tanto ineluttabile<strike>
</strike>quanto lo è il
fallimento delle lotte interclassiste. [...]»</span></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="3"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="3"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/g1xkfmvfr6map06/Astarian%20%26%20Ferro%20-%20Lotte%20interclassiste%2C%20obiettivi%20ed%20esiti.pdf?dl=0">Versione pdf »</a></span></font></div>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-55853385463519239122020-06-13T23:00:00.003+02:002020-06-17T11:52:19.971+02:00Sulla differenza tra sommossa e insurrezione<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>Estratti da <i>Le ménage à trois de la lutte des classes</i></b><br /><i></i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i>Bruno Astarian e Robert Ferro </i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><i>A margine del movimento partito da Minneapolis in seguito all'uccisione di George Floyd, ed estesosi ad un gran numero di città statunitensi e non, pubblichiamo alcuni estratti di </i>Le Ménage à trois de la lutte des classes<i>, uscito in Francia nel dicembre 2019, e in fase di traduzione in italiano. Non è che un piccolo contributo alla messa a fuoco del proteiforme movimento ancora in corso. Avremo modo di riparlarne in maniera più circostanziata prossimamente.</i>
<span style="font-family: inherit;"></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.dropbox.com/s/lvcygzvgca99zw4/Bruno%20Astarian%20e%20Robert%20Ferro%20-%20Sulla%20differenza%20tra%20sommossa%20e%20insurrezione.pdf?dl=0">Versione pdf »</a></span></span></div>
Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-63531362964238128452020-06-06T13:10:00.002+02:002020-12-10T19:18:00.656+01:00Dialogo sopra un libro, un virus ed altri “smottamenti”<b>Il Lato Cattivo<i> intervista</i> Raffaele Sciortino</b><br />
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È già da qualche tempo che avevamo intenzione di parlare del libro di Raffaele Sciortino, <i>I dieci anni che sconvolsero il mondo. Crisi globale e geopolitica dei neopopulismi </i>(Asterios, Trieste 2019). Si tratta di un contributo importante per la teoria comunista, uno dei rari provenienti dall’arido contesto italiano. Contributo importante – dicevamo – perché riesce a tenere assieme, in una visione articolata e di ampio respiro, il corso economico del modo di produzione capitalistico nel decennio inaugurato dalla crisi mondiale del 2008, con quello delle relazioni internazionali e della lotta di classe nelle sue forme di manifestazione peculiari, in un fertile tentativo di comprendere come questi diversi piani agiscano gli uni sugli altri. In ciò risiede la differenza rispetto alla gran parte della pubblicistica consacrata a questi temi ognuno per sé, non da ultimo per la capacità dell’Autore di intuire il punto di caduta verso cui si dirige il movimento reale – <i>nel bene e nel male</i>, ovvero nei suoi esiti possibili tanto potenzialmente sovversivi quanto eventualmente disastrosi.
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<a href="https://www.dropbox.com/s/jbmwdd5zpqzj98d/ILC%20-%20Intervista%20a%20Sciortino.pdf?dl=0">Versione pdf »</a><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><span lang="el"> </span></span></span></p><p><span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://athens.indymedia.org/post/1608886/"><span lang="el">Ελληνική έκδοση »</span></a></span></span> <br /></p>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-31129846276473365452020-04-01T00:15:00.001+02:002020-04-14T17:02:43.048+02:00Covid-19 e oltre<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><i>Il Lato Cattivo </i></span><br /><span style="font-family: inherit;"></span><br /> «In un mondo economicamente in avaria, ma politicamente stagnante, lo <i>shock</i> deve talvolta arrivare «dall'esterno», da fattori o eventi che inizialmente non sono né economici né politici e, all'occorrenza, nemmeno strettamente <i>umani</i>. Non che le epidemie possano dirsi fenomeni puramente biologici, ma ci pare evidente che se quest'episodio dell'eterna lotta fra l'uomo e gli agenti patogeni, che oggi va sotto il nome di Covid-19, sta prendendo una piega così drammatica, ciò risulta dall'ambiente peculiare – quello sì, puramente sociale – in cui essa si svolge. Che una «tempesta perfetta» in ambito economico fosse in arrivo, lo si sapeva da tempo. Che questa si sarebbe coniugata con una pandemia di vaste proporzioni, difficilmente lo si sarebbe potuto prevedere. Ciò introduce innegabilmente un elemento di novità nello scenario, la cui valutazione richiede prudenza e sangue freddo: troppe volte si è detto che <i>nulla sarebbe più stato come prima</i> per i più insulsi spostamenti di virgola. Vero è che il concreto modo di vita di una parte crescente della popolazione mondiale è già pesantemente intaccato (circa tre miliardi di confinati <i>sulla carta</i> al 25 marzo), e la tendenza andrà senza dubbio rafforzandosi. I pochi che ancora pensano di poter tornare al solito tran-tran dopo tre settimane di quarantena <i>light</i> passati su Netflix, resteranno delusi. [...] Frattanto, l'oggetto della teoria comunista resta quello di sempre: il rapporto sociale capitalistico in quanto portatore del suo stesso superamento o della sua riproduzione ad un livello superiore. Rapporto di sfruttamento fra classi antagoniste che, fra quelli esistiti storicamente, è il più contraddittorio <i>e dunque il più dinamico</i>.» </span></div>
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<span style="font-size: normal;"><a href="https://www.dropbox.com/s/3v2447g06m7knp9/ILC%20-%20Covid-19%20%5Bdef%5D.pdf?dl=0">Versione pdf »</a></span><br />
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<span lang="es"><a href="https://rentry.co/covid19ymasalla">Versión en castellano »</a></span> <a href="http://dndf.org/?p=18437">Version française »</a><span lang="de"> <a href="https://kommunisierung.net/Il-lato-cattivo-Covid-19-und?fbclid=IwAR2LUZTumdTrRGvLGadkQ2rIumP7TfcxEny2P4weW8EN83mUAG_8OniN2qY">Deutsche Version »</a></span><br />
<i><style type="text/css"><font size="3"><span style="font-family: inherit;"></style></i>Les Mauvais Jours Finironthttp://www.blogger.com/profile/04048821164082462284noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5528663165014954662.post-82267893752866974202020-03-14T11:05:00.000+01:002020-03-14T11:05:03.124+01:00Gramsci, l'aziendalismo e gli equivoci della razionalizzazione<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: normal;"><span style="font-family: inherit;"><i>Christian Riechers (1989)</i></span></span> </div>
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«Le osservazioni di Gramsci su <i>Americanismo e fordismo</i> sono inficiate da una visione ideologica che è di poco aiuto per l'emancipazione completa, radicale dei salariati dal capitale. Non basta dire che sono superate, perché, come pezzi di ideologia, non lo sono affatto. Fintanto che il nucleo forte di esse, l'accettazione fatalistica dell'ineluttabile corso del progresso tecnologico, non viene aggredito con argomenti validi, l'ideologia dell'aziendalismo rimane in piedi.»<br />
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<a href="https://www.dropbox.com/s/q317frrbxbkgql8/Riechers%20-%20Gramsci%2C%20l%27aziendalismo%20etc.%20%5Bbozza%5D.pdf?dl=0">Versione pdf »</a><br />
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