Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

domenica 13 ottobre 2013

Al limite: l'autorganizzazione in Grecia

Anna O'Lory (Blaumachen)

   Oggi, in Grecia, mentre lo Stato si disimpegna dalla riproduzione della forza-lavoro sul piano del welfare, sostituendolo con il workfare (sussidi condizionati all'obbligo di lavorare, ndt) e con la gestione poliziesca; mentre i capitali, piccoli e grandi, sono costretti a ritirarsi dagli investimenti e dalla produzione, e ad espellere una gran parte della popolazione dal lavoro contrattualizzato verso il lavoro informale/precario e la disoccupazione, si assiste al riaffiorare di attività autorganizzate ed egualmente a un nuovo interesse verso di esse, in particolare da parte dello Stato. Questa attività di autorganizzazione è una risposta diretta all'eliminazione delle fonti anteriori della riproduzione (salari, pensioni, welfare), che appare come una necessità. Non solo l’autorganizzazione è sintomatica della crisi, ma ne è totalmente impregnata. L'obiettivo, qui, è di esporre alcune riflessioni su queste attività, non per sapere se esse siano un bene o un male, o per dire che la gente dovrebbe fare altro, ma alla luce dei limiti o delle contraddizioni con le quali queste si confrontano. Denaro, scambio delle merci, valore e lavoro astratto saranno categorie di importanza fondamentale nello svolgimento del discorso.

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