Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

mercoledì 18 settembre 2013

Sul concetto di "feticismo"

«Théorie Communiste» 

[…] La questione della relazione tra essenza e forme di manifestazione ci conduce a quella del feticismo. Quanto abbiamo detto su questa relazione ci porta a non cercare un punto di vista sul feticismo che abbia il privilegio di non esserne vittima e che ci autorizzi a dire: «ecco il feticismo!». È il feticismo stesso che in quanto tale si dà per ciò che è, in maniera interna, ingenuamente, poiché non è un velo che copre la realtà, ma una pratica sociale che definisce la realtà stessa. Concretamente – saremmo tentati di dire empiricamente – le classi sociali e la loro contraddizione non si costruiscono e non si manifestano a se stesse svelando il feticismo, ma grazie ad esso, all'interno del suo movimento (ancora una volta, siamo spinoziani e non cerchiamo l'essere al di fuori dei suoi attributi!).

lunedì 16 settembre 2013

Sulla presunta ambivalenza del concetto di comunismo

«Théorie Communiste» 

Il termine “comunismo” sembra portare con sé, nel suo utilizzo, un’ambiguità: movimento e risultato. Ma l’ambiguità esiste soltanto per i nostri miserabili cervelli, spontaneamente infettati d’idealismo. 
Ci sarebbero dunque due utilizzi della parola “comunismo” : « Il comunismo, per noi, non è uno stato di cose che debba essere instaurato o un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. » (Marx & Engels, L’ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma, 1972, pagg. 24-25), e il comunismo come “società”, “comunità”, in breve “come sarà dopo...”, come “risultato”. In realtà, tra questi due “comunismi”, ce n’è uno che esiste e l’altro no. Questa dualità è il risultato di un pensiero completamente folle, che considera da un lato un movimento di produzione, e dall’altro lato il risultato di questo movimento di produzione come fosse una conclusione che si trova già da qualche parte, in attesa. In attesa dell’effettuazione del primo. 

domenica 8 settembre 2013

Dalla Svezia alla Turchia. Disparità nella dinamica dell’epoca delle rivolte

Blaumachen

L’esplosione sociale in Turchia ci obbliga imperativamente a guardare più da vicino quel che succede, quel che si produce, quali sono i nuovi limiti prodotti nel corso di ciò che abbiamo chiamato l’epoca della rivolte e come saranno superati. La combinazione degli eventi in Svezia e in Turchia, il loro incontro nel tempo, conferma l’esistenza di due dinamiche della lotta di classe che evolvono in relativa autonomia. Non possiamo ignorare che l’incontro atteso fra queste pratiche non si annuncia gioioso, poiché esso andrà a porre la questione dei rapporti tra due soggetti che si stanno producendo e che non hanno per il momento un orizzonte comune nella loro attività. La posta dal punto di vista della rivoluzione è come si produrrà, sulla base del loro incontro, il loro necessario superamento: la trasformazione della lotta in misure comuniste contro il capitale, ovvero in una rimessa in causa di tutti i ruoli che costituiscono la società, ovvero in comunizzazione