«Le Brise-Glace» (1989)
Fino alla propagazione del modo di
produzione capitalistico nel XVIII secolo, gli ebrei restavano, nella regione
euro-mediterranea, una delle rare comunità precapitalistiche ad essere sopravvissute
al loro spostamento geografico. Questa comunità aveva potuto mantenersi così a
lungo facendosi l'agente sociale della circolazione delle merci e del denaro nella
società feudale europea, dove tale circolazione costituiva una base esteriore al processo di
produzione precapitalistico. È
poggiando su questa base che gli ebrei avevano potuto mantenere – come
un'isola, indubbiamente precaria, in mezzo alla società circostante – la loro
vita comunitaria, con la sua organizzazione interna relativamente autonoma.
Quando il capitalismo divenne il modo di
produzione dominante in Europa, l'ora della comunità ebraica era suonata. Permeando
ormai tutta la società, il valore vi perdeva la sua posizione esteriore
rispetto al processo di produzione. Gli ebrei vedevano dissolversi, contestualmente,
la condizione materiale della loro riproduzione in quanto comunità separata
dalla società.