Il Lato Cattivo & C.
Cari compagni/e,
abbiamo letto la risposta al nostro Anzola è il mondo?, apparsa sul Vostro
sito web e significativamente intitolata Come mosche sulla merda. Quel che ne abbiamo ricavato, di primo acchito, è
un moto di fastidio; fastidio dovuto
non tanto, come qualcuno potrebbe pensare, a una nostra ipotetica idiosincrasia
per la critica e l’invettiva che ci vengono rivolte (lungi da noi!); ma
piuttosto suscitato dall’impressione che la «prima lettura» del nostro opuscolo
da parte dell’autore o degli autori di questa risposta, sia stata alquanto frettolosa, per non dire offuscata dal
pregiudizio – meglio, da una certa forma
mentis – che li ha indotti a inanellare una lunga sfilza di
fraintendimenti. Ma procediamo con ordine.
Come prima cosa, e a scanso di equivoci,
è bene chiarire che i principali autori del testo in questione sono un
disoccupato, un operatore socio-sanitario e un’educatrice; proletari tra i proletari, i cui salari (quando hanno la fortuna di
riceverne uno) sono abbastanza simili a quelli dei facchini che hanno in tasca
la tessera del SI Cobas. Ma certo, per aver letto un pochino Marx, per essersi
presi il tempo di riflettere e scrivere un testo di 48 pagine, costoro non
potevano essere che degli «intellettuali» e dei «piccolo-borghesi»! Si sa: gli
operai non hanno tempo per pensare! Ci torneremo sopra.
Veniamo
dunque a quello che scrivono – in buona o in malafede – gli autori di Come mosche sulla merda, e
confrontiamolo con la realtà. [...]
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