«Théorie communiste» (1979)
[Il testo che qui pubblichiamo è apparso in traduzione italiana sulla rivista «Anarchismo», serie I, n. 26-27, 1979]
[...] La necessità per il movimento teorico di analizzare lo sviluppo concreto e talvolta persino puntuale della crisi, risiede nel fatto che non v’è superamento del capitale che sia dato nell’essenza di una classe, che sia il risultato di un processo teleologico. Il superamento del capitale non è cosa diversa dalle condizioni qualitative del rapporto tra le classi che formano lo svolgimento della crisi.
Analizzare
dei momenti particolari della crisi riconducendoli sempre alla
tendenza generale di questa, al suo significato globale è parimenti
produrre nel contenuto stesso della teoria comunista, la sua
trasformazione in movimento teorico, vale a dire superare uno stadio
in cui la teoria era assolutamente in contraddizione col movimento
che la porta, e iniziare la sua trasformazione verso la situazione in
cui dire ciò che avviene è trasformare ciò che avviene.
Partecipare al movimento teorico, non commettere l’errore di
credere che il superamento del capitale sia un superamento in
generale che determina il corso della crisi, che diventa allora una
realizzazione di questo superamento in generale, queste sono le due
principali basi teoriche per analizzare il corso immediato della
crisi.
Se i
recenti avvenimenti impongono di analizzare ciò che avviene in Iran,
non è per i caratteri particolari che vi si possono incontrare, ma,
al contrario, per la focalizzazione del processo generale della crisi
e dei problemi della rivoluzione che vi si riscontra.