mercoledì 22 gennaio 2014

A proposito di “critica del valore”: una lettera ad Anselm Jappe

J.-C. 

Ne “Il Lato Cattivo”, n. 1 (gennaio 2012), avevamo dedicato un pugno di righe alla Wertkritik, inserendola tra quelle tendenze che considerano la fase attuale come caratterizzata da un «superamento della contraddizione fra proletariato e capitale nel quadro del capitalismo stesso» (p. 7); avevamo aggiunto che «sebbene il più delle volte queste teorizzazioni siano prive della necessaria fondatezza [...] ciò non ci spiega affatto perché esistano. Gli sviluppi problematici della teoria rivoluzionaria contemporanea derivano tutti, in ultima istanza, dall'impossibilità, per il proletariato, di opporre al capitale ciò che esso è all'interno del modo di produzione capitalistico come fondamento della rivoluzione» (ibid.). Nel lasso di tempo da allora trascorso, nulla sembra dover essere rettificato rispetto a quella valutazione. Molto si potrebbe invece aggiungere, giacché non in molti si sono fin'ora cimentati in una disamina critica della Wertkritik, e il suo successo sembra in ascesa. [Dall'Introduzione redazionale]