martedì 26 novembre 2013

Anzola è il mondo?

A proposito della lotta alla Coop Adriatica di Anzola dell'Emilia, delle lotte operaie nel settore della logistica e di molto altro ancora 

Autori alcuni/e compagni/e 
   
    La maggior parte dei compagni che hanno steso questo documento erano presenti ai picchetti, alle assemblee, e mantengono rapporti con i lavoratori più combattivi all'interno del magazzino e con alcuni dei licenziati rimasti in Italia (essendo quasi tutti immigrati). Dunque l'esito della lotta di Anzola davvero non ci gratifica. Ma ci permette di formulare “in situazione” (e non in astratto) qualche riflessione su quella radicale impossibilità di un percorso cumulativo e progressivo di rivendicazioni, sempre più allargate ed inclusive in rapporto ai vari segmenti della classe, che a nostro avviso marca l'attuale ciclo di lotte; ci permette di parlare della centralità e soprattutto dell'illegittimità della rivendicazione salariale all’interno di quest’ultimo, precipitata dalla crisi scoppiata nel 2008; ci permette di parlare della fine del movimento operaio e dell'appartenenza di classe, che da “orgoglio proletario” è diventata semplicemente l'obbligo di guadagnarsi il pane col sudore della fronte (laddove è possibile); ci permette infine di valutare, in vitro, l'obsolescenza dei vecchi schemi del programma proletario rivoluzionario (per lo più marxista, ma non solo) e come andare oltre

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[Il testo è disponibile anche in formato cartaceo. Chi fosse interessato può farcene richiesta all'indirizzo e-mail  il.lato.cattivo@gmail.com]  

venerdì 22 novembre 2013

Spettri di Marx all’Hotel Bauen

Una lettera da lontano

R. F.  

Carissimi,
 
forse avrete letto il breve servizio apparso qualche giorno fa sul sito del Corriere della Sera, a proposito dell’Hotel Bauen, l’albergo a 4 stelle situato nel centro di Buenos Aires, che dal 2001 viene autogestito dagli ex-dipendenti. A questo proposito, vorrei condividere con voi qualche riflessione fatta a braccio, ed un po' di fantapolitica rivoluzionaria. 
   Innanzitutto, mi pare sintomatico che il Corriere e altri mezzi d’informazione (perfino Mediaset!), dopo aver taciuto per lungo tempo sull’argomento, tornino a parlarne proprio adesso. Con il catastrofico aggravarsi della crisi – che prevedibilmente subirà un'ulteriore accelerazione nel 2014-2015 (gli stessi analisti della Federal Reserve vedono già all'orizzonte una colossale bolla creditizia/immobiliare in arrivo dalla Cina) – forse l'inconscia speranza, da parte padronale, è che i proletari salvino il capitale rimettendolo in funzione per proprio conto, naturalmente senza rompere con lo scambio, il denaro, la merce, lo Stato etc. D’altra parte, stiamo parlando di un fenomeno che esiste realmente, e la cui dimensione non è trascurabile.