venerdì 13 aprile 2012

Eserciti nelle strade

Alcune questioni intorno al rapporto NATO "Urban Operation in the Year 2020"

a cura di «Nonostante Milano»

[...] È questo lo sfondo della teoria della Fourth Generation Warfare (4GW) che è andata definendosi negli ultimi vent’anni, una teoria che sembra fatta apposta per affrontare una guerra mondiale a bassa intensità di durata illimitata contro le fasce criminalizzate del proletariato urbano, in cui gli specifici campi di battaglia del XXI secolo saranno le periferie affamate (“Il popolo ha fame e manca il pane? E allora dategli proiettili di gomma e peperoncino!”, trombettano le Marie Antoniette d’oggidì). Perché il “breve sogno della perenne prosperità per tutti” è ormai finito e, come riconosciuto anche dall’ex chief economist e senior vice president della Banca Mondiale Joseph E. Stiglitz, “malgrado le reiterate promesse di ridurre la povertà fatte negli ultimi dieci anni del XX secolo, il numero effettivo di persone che vivono in povertà è invece aumentato di quasi cento milioni”. E quando Stiglitz scriveva queste righe non era ancora “scoppiata” la “crisi” […] Il Terzo Mondo, se mai è esistito come altrove, è oramai scomparso. Il Terzo Mondo è qui.

domenica 1 aprile 2012

Proletarizzazione delle classi medie

Gilles Dauvè & Karl Nesic

Che il concetto di classe sia pertinente o meno, è difficile concepire l'esistenza di una classe collocata in una posizione intermedia rispetto alle altre (borghesia e proletariato), e immaginare che possa estendersi fino a occupare pressoché la totalità del campo.
Nel capitalismo, come abbiamo visto, non tutto è “capitalistico”, e non tutto ciò che è capitalistico è compreso nelle forme più socialmente o tecnologicamente avanzate del capitalismo. L'esistenza dei piccoli proprietari di mezzi di produzione, è necessaria alla vitalità dell'industria e del commercio (non sarebbe possibile un capitalismo senza imprenditori e innovatori), ma è indispensabile anche per la sua funzione di stabilizzatore sociale. La borghesia non potrebbe dominare la società contando soltanto su poche centinaia di migliaia di possidenti. Essa deve dividere il potere politico, quello intellettuale e (in una certa misura) quello economico, con ciò che un politico francese, nel 1872, definì i “nuovi strati sociali”, nei quali includeva i negozianti, gli artigiani, gli impiegati statali e delle ferrovie, gli insegnanti e i medici. Benché la lista non sia aggiornata, il concetto rimane il medesimo.